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ISOLANDO 2012 - Nuotata da Pallanza a Baveno
percorrenza totale di circa kilometri 5,7
Programma Dettagliato
agg. 31.7.2012
i tempi sono indicativi e molto prudenziali
9. 00 raduno a Verbania Pallanza in Piazza Garibaldi di fronte al Municipio. Uscita dall’autostrada direzione Verbania.
9. 15 vestizione sulla riva lago in Piazza Garibaldi.
9.30 partenza
10. 00 passaggio intorno all’isolino San Giovanni
10. 30 passaggio all’isola Madre
11. 15 boa intorno allo scoglio fra l’isola Bella e l’isola Pescatori
12. 00 arrivo e uscita dall'acqua sul lungolago di Baveno di fianco al porticciolo.
Recupero delle sacche per il cambio portate dalle barche di accompagnamento
12.30 imbarco e trasferimento a Pallanza a Villa Rusconi-Clerici per colazione
15.30 faticoso addio dopo una ricca colazione a base di leccornie locali, vino ad alta gradazione e grappa artigianale
• È una passeggiata interamente gratuita e senza alcun intento agonistico
• La nuotata è debitamente autorizzata e tranne imprevisti accompagnata da un natante della Polizia di Stato e da barche di amici in numero congruo con il numero dei partecipanti
• L’organizzazione fornisce i palloncini di sicurezza
• In ogni momento un partecipante può ritirarsi e salire in barca o rientrare in acqua
• I partecipanti sono coperti da assicurazione a cura e spesa dell’organizzazione
• La colazione è offerta
• Si consiglia l’uso di muta ma non è indispensabile, chi vuole può usare pinne, boccaglio, maschera ecc
• Si consiglia di portare la macchina foto in custodia impermeabile non rigida
associazione longalago
Francesco Rusconi-Clerici
tel +39 02 6997.402
fax +39 02 6997.272
cell +39 335 6530970
francesco.rusconiclerici@teknespa.it
www.longalago.it
RESOCONTO ISOLANDO 2010
Un po' di preoccupazione agita il sonno di tutti noi la notte precedente alla nuotata dopo aver vissuto il forte vento di sabato 28 agosto.
Per fortuna dopo una notte intera di forte buriana alle cinque di mattina il vento si placa e il lago con le prime luci si presenta magnificamente, sotto un cielo che comincia a diventare azzurro con qualche nuvola qua e là.
L'appuntamento in piazza è rispettato da tutti con una precisione abbastanza ammirevole.
Un sacco di compagni nuovi, tutti entusiasti dello spettacolo che si apre davanti a loro occhi.
Lago azzurro, isole verdi, montagne ancora innevate verso il massiccio del Rosa creano un quadro del tutto speciale.
Ci prepariamo senza fretta e scendiamo in acqua dopo le consuete foto di rito.
Siamo 11 nuotatori e l'aspetto agguerrito di tutti lascia supporre un livello sportivo non indifferente.
Partiamo, io come sempre sono nelle retrovie perché sono molto lento prendere il ritmo e se vado in debito di ossigeno poi faccio una fatica bestiale a recuperare.
Delizioso il primo passaggio nello stretto dell'isolino S. Giovanni e poi ci si lancia tutti insieme nel lago aperto verso l'isola Madre.
In testa due nuotatori scatenati, dietro un gruppone compatto che fila magnificamente in perfetta sintonia.
È la prima volta che mi capita di nuotare in gruppo, forse anche perché a furia di nuotare sono migliorato e riesco anch'io a tenere una discreta velocità.
Cerco di non graffiare i piedi di chi sta davanti e di non dare le pinne in faccia a chi mi segue e forse alla fine ci riesco anche.
Sfiliamo compatti accanto all'isola Madre e veniamo applauditi dai turisti che ci vedono passare.
Ci slanciamo di nuovo nel lago aperto verso l'isola Bella e arriviamo ancora tutti insieme allo Scoglio degli Innamorati intorno al quale dobbiamo fare boa.
Qui io comincio a perdere colpi perché sono poco abituato a nuotare con gli occhialini e per qualche motivo comincia a penetrarmi acqua dal naso.
O invece sto solo accusando i primi sintomi di stanchezza, fatto sta che soffro molto il tratto in fondo ormai breve dall'isola dei Pescatori fino a Baveno e nuoto sempre meno diritto.
Comunque ormai è fatta: arrivo poco dopo il gruppone e in un'ora e 50 minuti ho nuotato per circa
Sono le foto di rito e via di ritorno per Pallanza dove gli amici nuovi che non conoscono casa mia vengono come sempre indottrinati sul fatto che quello “è il posto più bello del mondo” e ad occhio sembrano anche abbastanza convinti di ciò.
Formaggi delle valli, vini locali, pasta al ragù, ottime torte preparate da Patrizia vengono “assaggiati” con grande aggressività, mentre i nipoti di Troubetzkoj e di Pietro e la figlia di Paolo fanno a gara a cercare di rompere qualche cosa in casa, senza però per fortuna riuscirci.
Peccato che manchino i nostri amici della polizia nautica bloccati per tutta la notte aggrappati con la barca a un pontile sotto le botte delle onde per vegliare il sonno del nostro Primo Ministro a lesa.
Sarà per un'altra volta che non mancherà di arrivare perché questa traversata fra le isole è veramente stupenda e ha conquistato i nostri amici sportivi.
Arrivederci a tutti per qualche altra bella avventura
LONGALAGO 2009 - Tappa 4 -
Siamo già così rilassati che arriviamo alla spicciolata al Porto della Madonnina di Maccagno con un bel ritardo.
Tre amici svizzeri e tre nuovi amici del gruppo dei Trittoni ci stanno già aspettando e completeranno il nostro gruppo che oggi conteggia ben 19 partecipanti!
Il lago è pieno di onde e Trube con la bella Patrizia e il sindaco Pietro hanno ballato per due ore in una lancetta per venire da Ghiffa fino a Maccagno!
Sul lago si vedono spuntare sportivi che praticano il surf con l’aquilone, il kyte, e per fortuna che il vento ci aiuterà perchè soffia nella direzione giusta.
Le splendide luci con il sole deciso, il vento e le onde sono bellissimi e i nostri palloncini gialli e rossi ballonzolano sulle onde che ci fanno bere in continuazione.
Io mi porto immediatamente a riva e ho la felicità di incontrare subito qualche persico, ancora in paese a Maccagno, e tante altre alghe.
Ad un certo punto incontro anche una colonia di elodea, la vecchia peste d'acqua scomparsa dopo aver predominato in assoluto sul lago per molti decenni.
È la prima volta che la incontro dopo tre anni perché ne avevo visto solo un rametto fra Cannero e Cannobio nel 2006: è uno dei misteri la sua grande affermazione e la sua repentina scomparsa ai quali forse il progetto PALMA potrà dare una risposta.
Grandi cavedani scuri, colonie di avannotti in vari punti, una costa interessante con roccioni a picco molto scenografici e quindi per me che adoro quello che vedo con la maschera è una giornata di grande interesse.
Peccato che l'acqua sia molto torbida e riesco a vedere solo quello che sta a pochi metri da me.
Spinto dall'entusiasmo...e dalla corrente arrivo in un’ora e mezzo a Luino, dove ci riuniamo tutti felici e contenti del nostro successo, ospiti di una bicchierata del Comune di Luino che però non viene rappresentato da nessun suo personaggio.
Ho fatto arrivare a Luino anche quattro ragazzi che suonano musiche folk divertenti e poco per volta, sazi e felici, ci sciogliamo tornando a casa perché molti sono abbastanza lontani dalla loro partenza.
Diego e io ci abbracciamo con affetto perché in questi tre anni è mezzo siamo diventati amici, ma in verità siamo diventati amici tutti e già cominciamo a chiederci dove e quando torneremo a nuotare insieme o a operare tutti sulla stessa barca.
Per intanto, fra non molto, c'è la Classica in bici, il 18 ottobre, che scatenerà la solita bagarre fra i vecchi pensionati!
Un abbraccio forte forte, malizioso quando rivolto alle nostre belle signore la Silvia, la Susy, la Paola, la Erica, la Patrizia, la Lucia, la Danielina, ecc e la delicata Ericona!
Cielo! Che belle e che grinta!
Anche i nuovi amici dei Trittoni e i nuotatori svizzeri guidati da Eggink e Cosse sono felici dell'esperienza e ci ripromettiamo di rivederci.
Io sicuramente, malgrado che manchino tantissimi mesi, sento già che sto aspettando la NUOTATONA2010 e soprattutto la vogata da Torino a Milano, la VIACOLMARMO!2010, e tante altre idee che inventeremo noi due grandi esperti: Roberto ed io.
Arrivederci a tutti.
Il giro del lago è finito.
160 km a nuoto.
LONGALAGO 2009 - Tappa 3 -
Tutti tremano all'idea di andare in acqua ricordandosi del caldo delle settimane passate ma... il dovere ci obbliga!
Una bella corrente mattutina favorevole ci spinge e così affrontiamo la tappa assistiti anche dal canotto dell'Unione Velica Maccagno condotto personalmente dal gentilissimo presidente Paganini.
L'acqua è molto torbida, con molto materiale vegetale in sospensione.
Per me, che mi aspettavo una costa subacquea bella come la sponda boscosa che stiamo costeggiando, il panorama subacqueo non tiene in serbo nessuna sorpresa; in tutta la tappa incontro solamente un branco di una dozzina di grossi cavedani, forse attirati dagli escrementi di un gruppo di papere che stanno facendo toeletta sulla riva sassosa.
Neanche un solo altro pesce, nemmeno un piccolissimo gardon, pochissime piante, le solite miriophyllum che si aggrappano quando la sponda diventa ripida anche sulle cenge a picco sullo strapiombo.
Per me quindi una tappa assolutamente non interessante, percorsa tranquillamente risparmiando le forze per la tappa del giorno dopo.
L'arrivo è a Maccagno al Porto della Gabella che ricorda gli antichi diritti della cittadina di battere moneta, ottenuti quando i suoi pescatori salvarono dal naufragio l'imperatore Ottone in viaggio dalla Germania.
Al nostro arrivo ci aspettano simpaticamente il fiduciario di SLOW FOOD Rovetta Ivanovic e un giornalista e poi veniamo anche contattati da un pescatore professionista molto interessato alle nostre esplorazioni: lo coinvolgerò nel progetto di monitoraggio delle piante acquatiche quando un giorno ritornerò di nuovo sulla costa lombarda.
Una bella colazione al sole conclude una giornata proiettata ormai verso la tappa finale del giorno dopo.
Successo della ISOLANDO 2009
Chi arriva via lago con le barche di appoggio, chi a piedi, chi in auto con qualche difficoltà per gli accessi vietati, poi la gioia di ritrovarsi, i soliti preparativi prima della partenza, i saluti della neo eletta Assessore allo Sport del Comune di Verbania Adriana Balzarini che tentiamo inutilmente di convincere ad entrare in acqua con noi, ci si conta, siamo in 7: Francesco, Roberto, Annibale che riesce a convincere anche il figlio, Paolo, Marco e la sportivissima Susy.
Le nostre Muse Violante, Silvia e Patrizia con le barche di appoggio con Erica, Mazzola e Zurlo ci seguono insieme alla rassicurante Vedetta della Polizia presidiata dagli agenti Inconis e Sioni, esperti e nostri amici.
Sì, perché il percorso si snoda nelle acque del Golfo, tra le quattro isole Borromee e il traffico dei motoscafi e battelli.
Si parte dunque alla volta dell’Isolino S.Giovanni.
Acqua limpida e ancora calda, confortevole.
I palloncini gialli già si sgranano al giro dell’isolino, poi il tratto più lungo verso l’Isola Madre con i raggi del sole che sembrano spingerci illuminando la darsena dell’isola.
Si costeggia il lato Nord/Ovest dell’Isola Madre ed è sempre bello osservare il fondo delle sue rive…e tirare un po’ il fiato con i piedi a terra.
Ma questo vale solo per i “veci” perchè i “giovani” sono già prossimi a doppiare la punta dell’Isola dei Pescatori.
Il programma prevedeva di costeggiare il lato verso Stresa dell’isola, per risalire a Baveno, ma la vedetta della Polizia, che già ha avuto un bel daffare a proteggerci dalle incursioni dei motoscafi, perentoriamente ci invita a percorrere il lato opposto a Nord, meno battuto, e così ricompattati si riprende mentre Roberto, ammaliato da Silvia, approfitta di un breve...passaggio sul suo canotto.
Doppiata anche l’Isola dei Pescatori ormai la meta è vicina, ecco l’ultima traversata e poi la spiaggia di Baveno ci accoglie radiosi e festanti con la presenza di una gentile e carina rappresentante dell’Amministrazione Comunale.
Ci raggiunge anche l’Oriani con il suo bel gozzo e tutti in barca via lago si ritorna a Villa Rusconi-Clerici dove Francesco e Violante con la loro squisita ospitalità e i piatti preparati dalle Muse ci donano il piacere di un convivio nella splendida cornice del golfo inondato di sole.
Arrivederci alla ISOLANDO del 2010!
LONGALAGO 2009 - Tappa 2 -
Ci aspetta una tappa molto lunga, che pensavo a priori fosse di 7 km e mezzo e invece, controllandola, si è rivelata ancora più lunga. Infatti quando io, solito buon ultimo, arrivo al confine avrò nuotato per tre ore e mezza filate e la distanza verificata è di Km 8,3!
Oggi con Diego e Paolo da Cannobio ci accompagna lo straordinario Paolo Chiarino che giovedì inizierà la sua incredibile avventura dell'attraversamento di tutto il Lago Maggiore per 60 km in continuo senza muta e senza pinne.
Questa tappa per lui è un allenamento e mentre nuotavo continuavo a pensare come lui riesca a continuare per un tempo e una distanza otto volte più lunga di questa tappa che è la più lunga di tutte quelle che abbiamo percorso.
Comunque alla fine della giornata posso raccontare di aver visto molto pesce: quattro lucci di cui uno particolarmente grosso, due bisce d'acqua a caccia nei sassi del fondo, quattro grosse tinche vicino ai rami di un albero affondato, moltissimi cavedani anche enormi, diversi branchi di piotte bellissime, e poi ad un certo punto credo di avere intravisto sul fondo i corpi bianchi di alcuni pesci che io da piccolo chiamavo agoni e che non ho più visto da decenni.
La costa è abbastanza preservata con tratti anche selvaggi con alberi fino in acqua, nei quali talvolta si impiglia il palloncino creandomi un istintivo moto di spavento così come l'ombra che gli alberi proiettano sull'acqua crea di colpo un'atmosfera diversa e misteriosa.
Costeggio alcuni paesi tutti dotati del pontile dei battelli ma non vedo un solo battello in tutta la giornata, come anche le barche che numerosissime sono ancorate alle boe sono tutte ferme perché il sole è molto pallido e quindi si vede che la gente non ha nessuna voglia di andare per lago.
Tra l'altro lungo la costa incontro abbastanza frequentemente gruppettini di piante acquatiche di due o tre varietà diverse, particolarmente ceratophyllum e ad un certo punto dal fondo si innalza un'enorme esemplare di myriophyllum, alto probabilmente 6 m e alla ricerca della luce.
Oggi siamo scortati, oltre che da Antonio Minacci e Guido Wyss sulla barchetta della Canottieri Locarno, dalla barca della Squadra di Salvamento di Vira condotta dal signor Mueller.
L'arrivo di questa tappa che mi è sembrata non finire mai avviene già in territorio italiano, appena al di là del confine.
Stiamo tornando verso casa, siamo entusiasti perché l'obiettivo di finire tutta la nuotata intorno al lago ormai è a portata di mano e siamo orgogliosissimi di un’impresa che ci è costata una determinazione fortissima e anche un bel po' di lavoro di organizzazione.
Come stiamo raccontando a tutti è già cominciato il progetto PALMA (Piante Acquatiche del Lago Maggiore) che ripercorrerà nelle nostre intenzioni tutte le coste del lago con l'aiuto del volontariato degli sportivi e degli amanti del Lago Maggiore.
A settembre ci aspetta la penultima tappa molto lunga fino a Maccagno, che conterremo però in ca. 7 Km e poi l'ultima tappa conclusiva trionfale, molto più breve di Km 5.5, fino a Luino nella quale speriamo di coinvolgere quanti più nuotatori possibile per dare un segno di visibilità soprattutto per il progetto PALMA.
LONGALAGO 2009 - Tappa 1 -
Abbiamo avuto la felice sorpresa di avere sei nuotatori svizzeri che parteciperanno con noi a questa tappa; due di loro li conoscevamo già, gli altri sono nuovi e tutti ci dichiarano che cercheranno in tutti i modi di partecipare anche alle ultime tappe della passeggiata, per lo meno a quella di chiusura da Maccagno a Luino.
Ci troviamo puntuali alle nove di mattina a Locarno al porticciolo di Burbaglio al confine con Muralto e ci salutiamo scambiandoci le solite battute ironiche.
Io in particolare vengo affettuosamente redarguito da Patrizia la componente femminile Patrizia della Squadra di Salvamento di Tenero, comandata dall'efficiente Radaelli, perché faccio vistosamente fatica a rientrare nella mia funzionale muta da triatleta.
Siamo in 10, un bel numero e capisco in un attimo dalla struttura fisica anche dei nuovi arrivati che io sono l'unico definibile dilettante in un gruppo di nuotatori decisamente aggressivi e forti.
La deliziosa Susy Musso ci fa credere di avere tanto freddo e di avere male alle spalle, poi in realtà appena si tuffa diventa per me imprendibile esattamente come gli atleti maschi, solo che in più è anche graziosa ed elegante.
Paolo da Cannobio è vistosamente più in forma dell'anno scorso, è dimagrito e ha continuato a fare traversate e allenamenti e infatti, mentre l'anno scorso nuotava a una velocità un poco superiore alla mia, quest'anno dopo cinque minuti dalla partenza è già talmente avanti che lo perdo di vista.
Partiamo tranquillamente e come al solito io mi porto sotto costa per la mia esplorazione di piante e pesci; l'acqua non è limpida perché l'innalzamento della temperatura che è intorno ai 22° ha fatto nascere molti microrganismi.
La costa è bassa, piantumata con vecchi salici in una spiaggia di sabbia e ciottoli e sprofonda lentamente verso il largo.
Già a Muralto vedo qualche persico e credo di intravedere sul fondo fascine posate dai pescatori, pochissime piante acquatiche rappresentate quasi unicamente da molte belle colonie di vallisneria.
Molti branchi di gardon, qualche frotta di coregoni e poco altro.
Arrivo al porto galleggiante di Tenero e lì vedo infiniti avannotti intorno ai grandi cassoni, sotto i quali ad un certo punto vedo con emozione sbucare per allontanarsi da me un luccio già importante, di almeno cinque chili.
Poi comincio a costeggiare la lunghissima tratta delle spiagge del delta del Ticino e della Verzasca continuamente interrotte da file di palloncini che delimitano le zone di balneazione protette e nella prima appoggiato sul fondo verdeggiante di muschio impalpabile mi guarda con sfida un altro bel luccio un po' più piccolo.
Continuo a nuotare in mezzo ai bambini e ai pontoni galleggianti suscitando evidentemente grande curiosità fra i bagnanti impigriti al sole, fino ad arrivare alla foce della Verzasca, molto bella e perfettamente integra.
Da quel momento la costa diventa selvaggia, siamo davanti alle Polle di Magadino e il fondo ormai è diventato tutto di sabbia con banchi quasi affioranti e profonde buche che si alternano creando un percorso pieno di sorprese.
Talvolta vedo gruppi di piante acquatiche molto basse rossicce, probabilmente najas marina, che colonizzano la sabbia nella quale si aggirano i soliti molluschi bivalvi enormi.
Ad un certo punto, quasi di fronte alla foce del Ticino si materializzano davanti a me nell'acqua che è tornata limpidissima un cavedano molto grosso e davanti a lui un pesce gigantesco, un luccioperca di almeno 15 chili, certamente il pesce più grande che io ho mai visto in acqua dolce.
http://www.tio.ch/aa_pagine_comuni/articolo_interna.asp?idarticolo=474284&idsezione=1&idsito=1&idtipo=3)
In quel punto l'acqua si fa gelida e mi allontano verso il largo perché l'acqua fredda scende subito sotto gli strati della superficiale più calda e quindi si riesce a nuotare di nuovo bene.
Dalla foce del Ticino si vede già il campanile di Vira Gambarogno in lontananza e da quel momento comincia il momento più duro della tappa quando uno è già stanco e non vede l'ora di arrivare ma l'obiettivo si avvicina sempre più piano a mano a mano che l'energia viene a mancare.
In tutta la tappa come in quella di domani vengo accompagnato dall'amico Antonio Minacci segretario della Canottieri di Locarno che è venuto vogando con me nel 2007 dal lago fino a Milano, mentre all'arrivo mi aspetta Guido Wyss che pure era venuto con noi dopo essere andato a remi l'anno prima da Locarno fino a Venezia.
È un po' che non ci vediamo, lui ha dovuto superare momenti difficilissimi e sono molto contento di poterlo abbracciare in modo da cominciare a fare nuovi programmi di voga, fra i quali primeggia il progetto di andare da Torino a Milano in barca a remi nel 2010!
A domani
MEZZA TRAVERSATA del 9 Marzo 2008
L'acqua era intorno ai 6,5°, e quindi l'attrezzatura doveva essere particolarmente curata, con una muta abbastanza pesante, calzari, guanti e cappuccio, ma avendo già provato due volte nei precedenti 15 giorni, sapevamo che non ci sarebbero stati problemi. Data la lunghezza del tragitto che non era più di 1 km e mezzo, abbiamo deciso di partire con tutta calma verso le 11 del mattino quando il sole avrebbe scaldato l’aria.
Avevamo chiesto l'autorizzazione esplicita per la traversata alla Provincia e ho suggerito alle Forze dell'Ordine la partecipazione in acqua di qualche sportivo specialista appartenente ai loro Corpi. Ci siamo fatti appoggiare per l'assistenza da barche a remi, le vecchie inglesine e un bel burchiello, e per dare vigore a questa nostra piccola festa di acqua, avevamo sperato che potesse essere varata anche la piroga a 16 vogatori che ci aveva già accompagnato l'anno scorso in una tappa della VIACOLMARMO!
All'arrivo a Pallanza in piazza abbiamo trovato la stampa e le televisioni e abbiamo lanciato l'invito alla serata del 14 marzo alle ore 21 a villa Giulia, il cui scopo era soprattutto di focalizzare l'attenzione delle autorità e dell'opinione pubblica sulla grave situazione di inquinamento all'interno del Golfo Borromeo nel quale è evidente la scomparsa quasi totale di tutte le forme di vegetazione acquatica.
Per riprenderci dopo la nuotata abbiamo invitato i partecipanti a una colazione informale in villa Rusconi-Clerici, a 300 m dallo sbarco, a base di spaghetti, formaggio prosciutto e vino, felicissimi di avere intorno noi molti subacquei, nuotatori e vogatori, in una parola gli amici del lago, sia per la nuotata, in acqua o in barca, sia per la serata del 14 marzo.
ISOLANDO - 13 Luglio 2008
Il senso di percorrenza dalla sponda nord alla sponda sud del Golfo potrebbe essere invertito di anno in anno o in base alle previsioni meteorologiche, contribuendo a trasformare la traversata a nuoto in un evento sportivo a cadenza annuale che potrebbe raccogliere consensi non solo fra gli sportivi del lago ma anche fra gli appassionati della natura che si troverebbero a partecipare ad un evento fisicamente certamente impegnativo ma di grande soddisfazione, nello scenario naturale straordinario rappresentato dal Golfo Borromeo, con le montagne e le isole sempreverdi che lo punteggiano. La nuotata sarà non competitiva, a metà strada fra una passeggiata e una avventura sportiva, della lunghezza complessiva di circa 6 km, ed è consentito l’uso delle pinne.
Il tempo complessivo per il percorso può essere stimato per nuotatori anche non eccessivamente esperti in poco più di 2 ore e l'assistenza con barche a remi e mezzi delle forze dell'ordine consentirà agli sportivi di partecipare senza alcuna preoccupazione, con la possibilità in qualunque momento di risalire in barca e riposarsi per ripartire o assistere i compagni che stanno nuotando.
Esordio sfortunato della ISOLANDO!
Eravamo abbacchiatissimi e l'unica cosa che ci siamo sentiti di fare, proprio per non tornare a casa senza neanche aver bagnato i piedi nell'acqua, è stata quella di decidere un simpatico giro a nuoto dell'isolino; e detto e fatto il Bani, il Diego e io ci siamo tuffati, accompagnati per qualche metro anche dai due esuberanti e simpaticissimi ragazzi di Bani, e abbiamo fatto il giro dell'isolino San Giovanni, un percorso assolutamente tranquillo, della lunghezza complessiva di circa 1 km e 400 e quindi una distanza di poco inferiore ad un terzo di quella che avremmo dovuto fare per arrivare da Pallanza a Baveno.
ISOLANDO 2008: secondo tentativo
RELAZIONE LONGALAGO 2008 - NUOTATA DA ANGERA A LUINO
Non era un progetto. Era un atto d’amore dei promotori Francesco Rusconi-Clerici e Roberto Troubetzkoy Hahn verso il loro lago.
La Tappa 1 - 22 Giugno 2008: ANGERA - ISPRA km. 6,90
Domenica invece l'acqua probabilmente stava intorno ai 19°, con qualche punto con correnti fredde sul promontorio di Ranco, e quindi era accettabilissima; Luciano Riva é stato l'unico che ha nuotato per tutta la tappa senza muta, mentre il nuovo arrivato Tazarine Hamza, grande promessa originario del Marocco, ha nuotato con una muta a saloppette, venendo fuori dall'acqua però blu dal freddo e con vistose escoriazioni dovute allo sfregamento delle bretelle.
Intanto anche la squadra dell'assistenza, oggi molto ridotta numericamente, si mette in moto, e consiste solo in due kayak, uno guidato dal leggendario Nello, e il mio vecchio canotto contestatissimo da mia moglie in quanto sente solo la voce del padrone e parte solo quando a girare la chiave dell'accensione sono io.
È meglio non pensarci e distrarsi a guardare la costa, sempre più bella e il fondale che diventa più interessante: ogni tanto incontro entrando nella baia di Quassa dei giganteschi trovanti appoggiati sul fondo ormai interamente sabbioso; sono trovanti di materiali fra loro diversi, vedo dei graniti chiari, vedo dei grandi blocchi che sembrano di beola, quasi a riva dall'acqua sporge un gigantesco macigno di granito rosso, alto probabilmente dal fondo non meno di 7 o 8 m, e mi viene fatto di pensare che questi trovanti siano di trasporto glaciale e che il fatto che siano ancora depositati in superficie sopra alla sabbia significa probabilmente che la quantità di sedimento in sospensione è molto modesta.
La Tappa 2 - 28 Giugno 2008: ISPRA - AROLO km. 6,90
Ho tentato di evitare la doccia portandomi a ridosso della costa di Laveno ma non sono riuscito assolutamente a sottrarmi all'infelice lavata per cui, cercando di ripararci in qualche modo sotto il telone di prua del canotto siamo andati avanti stoicamente verso la nostra meta, tremando di freddo perché non avevamo con noi neanche una giacca a vento o qualche cosa con cui proteggerci.
Mi immagino che siano lunghi anche 4 m e, dato che arrivano abbastanza vicino alla superficie penso che quando il lago è mezzo metro più basso di oggi, ovvero al livello medio normale, queste piante arrivino fino in superficie, a meno che si siano allungate molto di più del solito quest'anno per cercare la luce del sole.
Tappa 3 - 29 Giugno 2008: AROLO - LAVENO km. 6,90
Partiamo da Pallanza con il solito trasferimento in canotto durante il quale ci portiamo anche sotto costa a Laveno per esaminare esattamente le condizioni per l'arrivo in paese, in modo da essere tranquilli quando arriveremo nella vicinanza del pontile dei traghetti, che con le loro eliche davanti e dietro fanno una notevole paura a chi sta in acqua a nuotare.
Ci prepariamo, controlliamo reciprocamente di avere fissato bene le chiusure lampo delle mute, soprattutto sul collo, che è un punto estremamente delicato per i numerosissimi sfregamenti che subisce durante il nuoto, dove dobbiamo sempre ricordarci di spalmare un po' di vaselina per evitare di uscire dall'acqua con abrasioni significative, che poi farebbero fatica a rimarginarsi in tempi brevi.
Poi ancora pesci, un po' di alborelle, qualche grosso cavedano poi l’incontro sorprendente 3 m sotto di me con una grossa anguilla di diametro forte, della lunghezza di quasi 1 m e mezzo, che si spaventa moltissimo vedendomi e scappa via verso il largo terrorizzata.È tanto tempo che non mi capita di incontrare delle anguille perchè sono animali dalle abitudini notturne e quindi tendono ad uscire in caccia delle loro prede solamente dopo il tramonto.
Tappa 4 - 20 Settembre 2008: LAVENO - CALDE' km. 6,3
La nuotata si svolge come da copione: in testa il trenino di quelli che nuotano veloci, in fondo sempre Troubetzkoy e io, qualcuno al centro.
Ci accompagna gentilmente anche un canotto della Protezione Civile di Castelveccana e così con tre barche di appoggio riusciamo a controllare ragionevolmente bene la situazione.
Il percorso è magnifico, anche se sfortunatamente l'acqua opaca non ci consente molta visibilità, la parete della costa è quasi sempre verticale, con la roccia butterata dal lavorio dell’acqua, e gli alberi abbarbicati fino ad immergere i rami nelle onde.
Pochissimi pesci visibili, sostanzialmente solo grandi cavedani, forse perché l'acqua si è già raffreddata e si stanno già rintanando verso profondità maggiori o chissà perché.
Ogni tanto quando qualche terrazzamento lo consente compaiono spettrali nell'acqua torbida colonie di esemplari lunghissimi di miriophillum; di fatto è l'unica varietà di piante acquatiche che riusciamo a recitare recensire in tutta la giornata, con un addensamento di grande effetto all'inizio della baia di Caldè.
Alcune delle ville che costeggiano sono molto belle, ben inserite nella costa rocciosa, con muri in pietra e darsene celate negli anfratti, altre invece dispiacciono per la loro invasiva sguaiatezza.
Sul lago non c'è neanche una barca e solo dopo mezzogiorno al levarsi della tramontana da sud e al rafforzarsi del sole appariranno le prime barche a vela.
Così nuotiamo tranquilli, ostacolati solo ogni tanto dai tronchi e dai rami contro i quali andiamo a sbattere con le mani o la faccia. È una tappa molto lunga ma regolare e che costeggia forse il percorso più bello di quelli incontrati fino ad adesso: il faraglione chiamato San Gallett non sfigurerebbe neppure a Capri, mentre il paesino di Caldè che ci accoglie è bellissimo nella sua tranquilla semplicità.