LOGO DELL'ASSOCIAZIONE CULTURALE LONGALAGO

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La Tappa 7 - 23 settembre 2006: Finalmente siamo arrivati in Svizzera! BRISSAGO-ASCONA km.5,15

La VII tappa ha visto la partecipazione di 7 sportivi, cioè i soliti habitués incalliti appassionati della LONGALAGO, con una new entry significativa: Emanuele Mantovani, nuotatore ancora più veloce di Novella!
E’ prevista la scorta della Salvataggio Sub Ascona con un simpatico equipaggio, guidato da Pasqualino Trotta, che infatti aprirà la carovana con il lampeggiatore acceso, mentre le nostre barche venute da Verbania completeranno la scorta.
Il tempo è grigio, non c’è sole ma la mancanza di onde e corrente continua ad assistere lo svolgimento della passeggiata.
Alla partenza da Brissago i partecipanti vengono salutati gentilmente dal sindaco di Brissago, Sig. Kuchler, che augura a tutti una buona traversata.
L’eccezionale documentazione fotografica a fianco (ovviamente sto scherzando!) testimonia la grinta dei nostri partecipanti e amici.

Tutti sorridono posando con il sindaco, ma quando Troubetzkoy durante il briefing indica chiaramente fin dove si deve arrivare, gli sportivi dimostrano perplessità e poi chiaramente sconforto e preoccupazione, condivisi dal sindaco.

Solo l’autorevole intervento di Trotta della Salvataggio Ascona convince i partecipanti a entrare in acqua!

E così infine partiamo, accompagnati da papere e cavedani.
Da Brissago la costa è sempre molto scoscesa e sprofonda ripidamente verso il buio.
Anche in questa tappa si riconferma come per lunghi tratti non si veda un solo pesce e poi si concentrino insieme in zone ristrette; così poco dopo Brissago in vicinanza di un attracco costituito da pontili galleggianti, il porto Crodolo di Porto Ronco, incontriamo branchi fittissimi di alborelle circondate da grossi cavedani in caccia e per la prima volta assisto a uno spettacolo mai visto: i cavedani nuotano a bocca aperta ingoiando le alborelle, tanto queste sono numerose.
Ad un certo punto incrociamo il flusso di acqua gelata scaricata da un impianto idroelettrico; in effetti ci era stato comunicato ufficialmente, ma un conto è leggerlo in una mail, un conto è trovarcisi dentro!
"ci sarà da attraversare l’uscita delle acque di spurgo di turbinamento della centrale elettrica OFIMA a Porto Ronco, ho preso contatto con il responsabile della sicurezza, e mi ha comunicato che le turbine saranno in movimento sabato durante la nuotata e non è possibile fermarle per l’attraversamento dei partecipanti, dallo sfogo ci sarà una quantità d’acqua che uscirà (10 – 20 mc/s) che crea una corrente verso le isole di Brissago di acqua fredda."
La temperatura infatti è gelida, probabilmente intorno ai 7°, l’acqua diventa bianca e verde ma per fortuna con poche bracciate vigorose si supera il momento difficile e si ritorna nella normale calma del lago.
Numerosissime le catene di boe e corpi morti, ancora di più che lungo la costa italiana, e anche i pontili privati diventano molto più numerosi dato che moltissime villette e condomini costruiti a picco sul lago sulle rocce della costa sono dotati di attracco privato e boe; ben visibili incontriamo anche diversi scarichi sicuramente abusivi ma perfettamente funzionanti che versano il loro repellente flusso di carta igienica e materiale organico subito ghiottamente assaggiato dai pesci.
Ad un certo punto vedo anche una batteria di raffreddamento di un impianto di refrigerazione di almeno 5 mq di superficie in acciaio inox installata sott’acqua.
Però anche incontri belli; da una grotta sotto la punta di un giardino piantumato di cipressi scatta al mio arrivo un cavedano gigantesco che stimo lungo 1 metro, ben al di sopra delle dimensioni che ritenevo possibili: mi viene il dubbio che sia un amur, un pesce di grandi dimensioni di provenienza siberiana che si sta diffondendo in Europa, introdotto per la pesca sportiva.
Ogni tanto incontriamo persici ma la prevalenza è sempre di cavedani.
Poche piante acquatiche, data la ripida conformazione della costa, mentre in alcuni punti rischiamo di impigliarci nei rami di bellissimi alberi, fra i quali alcune metasequoie con le radici immerse nell’acqua.
Al largo sfilano le isole di Brissago, coperte di magnifiche essenze e sarebbe bello fare una digressione fino a lì ma la distanza è già grandissima, incrementata dalle numerosissime baiette che mi intestardisco a percorrere tutte sfiorando la riva per non perdere neanche un fotogramma del fondale.
Peccato che l’edilizia della costa sia di livello molto commerciale; non ci sono più i grandi giardini della costa italiana e le ville della sponda piemontese e non viene più neanche voglia di alzare la faccia dall’acqua perché mancano spunti interessanti.
Sbarchiamo infine esausti nella piazza di Ascona, dove veniamo accolti e rifocillati da una simpatica tavolata con panini e bibite, organizzata dall’Associazione Manifestazioni Ascona.
Il nostro sbarco con muta e pinne in mezzo alla gente sulla strada non suscita però nessuna curiosità come se tutti i giorni qualcuno sbarcasse da sott’acqua e si sedesse a un tavolino del bar.
Un’altra tappa lunga e faticosa è dietro le spalle, dura anche per la mancanza del sole che toglie il piacere di nuotare e rende tristi i colori.
Dopo una bella doccia calda alla sede della Salvataggio Sub saltiamo sulle nostre barche e torniamo a Pallanza e, come al solito, ci complimentiamo con noi stessi per l’incredibile lunghezza del tratto che abbiamo percorso a nuoto.

1 commento:

Unknown ha detto...

Wow...grande impresa!! poi dalle foto sembrava fare freddo...che coraggio, io non mi tuffo neanche d'estate!