LOGO DELL'ASSOCIAZIONE CULTURALE LONGALAGO

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La Tappa 8 - 24 Settembre 2006: ASCONA-LOCARNO km.5,65

L’ultima tappa vede partecipare gli stessi sportivi della tappa precedente sempre più determinati a portare in fondo questa strana avventura: credo che oggi non avrebbe rinunciato nessuno anche se avesse piovuto a dirotto o se avessimo dovuto combattere contro vento e onde. Invece un pallido sole ci accompagna già nel lungo viaggio in canotto da Pallanza.
E poi mentre arriviamo alla piazza di Ascona le condizioni continuano visibilmente a migliorare e così, in mezzo a turisti e locali finalmente incuriositi, la carovana si prepara a immergersi per l’ultima tappa.

Ci accompagnerà la barca della Salvataggio Sub Locarno condotta dal presidente Gramigna, arrivato in mattinata da Locarno, che ci conferma le ottime condizioni del lago e la perfetta visibilità in acqua; un’équipe di giornalisti intervista Troubetzkoy, ormai famoso localmente per tutte le relazioni intrattenute con le autorità locali per organizzare la nostra trasferta ticinese.
Infine ci tuffiamo e già davanti alla piazza di Ascona incontriamo tantissimi pesci, persici, cavedani, un luccio, alborelle e un fondale sabbioso ricco di piante acquatiche: è un punto molto bello dal punto di vista subacqueo anche se incredibilmente siamo ancora in città.
Poi cominciamo a nuotare tutto intorno al grande delta creato dal torrente Maggia, costeggiando ampi tratti sabbiosi.
Moltissima sabbia bianca finissima abitata da molluschi simili a grandissime cozze ma pochissimi pesci vicino al fiume e questo mi sorprende perché avevo pensato l’opposto: ero convinto che proprio allo sbocco del torrente ci sarebbe stata la massima concentrazione di pesci.
E’ un tratto molto particolare nel quale, avvicinandosi alla foce del fiume, si alternano banchi di sabbia e ciottoli talmente superficiali da obbligarci a lunghe deviazioni per non arenarci anche a nuoto (!), e profonde buche scavate dall’erosione del fiume quando scarica le acque di piena.
Incontro in quell’area anche diverse piante acquatiche di una specie che non ho mai visto prima, simili a piccoli pinetti rossastri; però, e qui confesso la mia debolezza, in quel momento ero solo e non me la sono sentita di sganciare il palloncino per immergermi e recuperare qualche bell’esemplare in quanto temevo che il palloncino si sarebbe allontanato con la corrente e il vento e mi sarei trovato in difficoltà per recuperarlo.

Mi riprometto però di ritornare a colpo sicuro e ripescare alcuni esemplari di queste piante che mi hanno sorpreso.
Ad un certo punto costeggio per almeno 100 metri il lungo pontone galleggiante di ferro che chiude la pista dell’aeroporto e vedo pascolare dalla vegetazione che cresce sotto la parte immersa del pontone una enorme cagnetta, un pesce identico a una razza che vive in mezzo ai moli dei porti marini.
Tutti questi diversivi distraggono il pensiero e non fanno pensare alla fatica che cresce perchè la nuotata è lunga, anche se allietata alla fine dal sole che si riflette sul fondo ammorbidendo i colori e dilatando la visibilità, molto buona e che stimerei non inferiore ai 10/12 metri.
A mano a mano che giriamo intorno al delta il panorama cambia e cominciamo a vedere la fine del lago e poi Muralto e i sobborghi di Locarno; infine arriviamo alla sede della Canottieri ricevuti dall’Ing. Botta presidente del Club Nautico Verbano che ci offre l’ospitalità del circolo per una bella doccia calda.

Un’ultima curiosità: all’interno del piccolo porticciolo della Canottieri incontro molti persici, un bel luccio e un grosso persico sole maschio; è il primo che vedo da Pallanza e l’incontro mi sembra propizio perché quand’ero piccolo il lago era pieno di persici sole con i loro colori magnifici e con il loro comportamento molto particolare ed unico fra i persici delle nostre acque dolci, in quanto le coppie costruiscono la tana e curano amorevolmente i loro avannotti.
Siamo arrivati!
Ci complimentiamo l’un l’altro, ci abbracciamo, qualcuno porta i segni della stanchezza e i graffi della muta e delle pinne, a me la maschera lascia segni che rimangono per ore, ma tutti ci confermiamo che l’anno prossimo si va avanti.
Complessivamente fatica molto dura, forse non per tutti ma sicuramente per i più attempati (durante la LONGALAGO Troubetzkoy è diventato nonno e io ho compiuto 60 anni!), distanza decisamente significativa, grande soddisfazione sportiva per tutti i partecipanti e anche divertimento per gli accompagnatori.
Una tappa bella, sportiva ma rilassante, perfettamente integrata nella filosofia di passeggiata della LONGALAGO, che tutti i partecipanti ricorderanno con particolare piacere, anche perchè per adesso abbiamo finito!
A sera torniamo a Pallanza con il gommone e ci ripetiamo, ancora e per l’ennesima volta!, che il tratto che abbiamo percorso a nuoto dal municipio di Pallanza è quasi un viaggio!
Eppure ogni volta che parliamo del futuro della LONGALAGO si capisce già che vogliamo continuare anche gli anni prossimi, fino a completare il periplo del nostro grande lago, ripartendo da Pallanza verso sud.

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