LOGO DELL'ASSOCIAZIONE CULTURALE LONGALAGO

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Tappa 5 - 21 Settembre 2008: CALDE' - LUINO km. 8,10

Alla partenza di questa volta ci troviamo solo in quattro nuotatori: la formidabile Susy, l'immancabile Diego, Paolo da Cannobio e il sottoscritto.
Il tempo é grigio e il lago presenta un forte moto ondoso da nord che ci ostacolerà moltissimo durante la nuotata.

Parlare di poco entusiasmo nel prepararci sarebbe un eufemismo.

L'acqua è ancora più fredda di ieri, il sole non riesce a bucare le nuvole, abbiamo solo due barche di accompagnamento ovvero il solito mio vecchio e caro amico canotto di 18 anni di età e gli amici della Protezione Civile di Castelveccana.
Comunque ci prepariamo e ci tuffiamo per affrontare una tappa che sulla carta e già lunghissima.

L'unica buona notizia è che a colazione a Caldè ci aspetterebbe la trippa preparata dalla Pro Loco!

Cominciamo a muovere le prime bracciate nell'acqua fredda lungo una costa molto speciale, con le vecchie fornaci di calce e le tramoggie da dove venivano caricati i barconi nei secoli scorsi.

Tutto il promontorio è costeggiato di resti di pontili, muri, capanni e scivoli a testimonianza di una vecchia attività classica del lago. Sott'acqua le pareti scendono ripidissime, anche se su qualche cengia si intravedono lunghi rami di miriophillum.

Per un lunghissimo tratto non vedo neanche un pesce, esattamente come il giorno prima.

Dopo il promontorio la sponda si appiattisce e diventa estremamente monotona, come poi rimarrà per quasi tutto il percorso della tappa.

Prima e dopo Portovaltravaglia una brutta edilizia costiera fatta di villette a schiera con il rimessaggio per le barche e gli invasivi binari subacquei, quasi tutti contorti e inutilizzabili.

Le onde non danno tregua e ci rallentano vistosamente.


Essendo solo in quattro ci siamo persi di vista immediatamente e così io nuoto per tutta la mattinata da solo, testardamente contrastato dalla corrente, per più di 2 h e mezza.

Non c'è molto da raccontare sulla tappa, solo per un certo tratto il monotono fondo di ciottoli e sassi si arricchisce di grandi macigni tondeggianti, evidentemente antichissimi e depositati dal ghiacciaio che colmava tutto il lago fino a 15.000 anni fa.

Anche le foci dei torrenti creano un diversivo con il fondo di sabbia bianchissima.

Pensare all'antichità che si legge nei reperti geologici mi distrae ma ad un certo punto, arrivato davanti alla foce del torrente che sbocca prima della spiaggia di Bedero mi prendo uno spavento notevole: dalla penombra davanti a me sbuca per passarmi sotto una carpa lunga almeno 1 m e mezzo; questa è la quarta che ho incontrato in questi tre anni di nuotata, le altre tre a distanza di pochi minuti nel 2007 vicino a Baveno.

Poi incontro ancora diversi begli esemplari di cavedano, con la livrea a ombreggiata di verde e le squame ben visibili, e mi viene da pensare che, anche se sono sicuramente fra i più tenaci e robusti abitatori del lago, se continuerà ad andare avanti così anche per loro ci saranno da mangiare solo i pochi avanzi che la nostra civiltà lascerà sfuggire, perché di altri pesci non ne vedo neanche uno.

L'acqua è molto torbida, a tratti vedo comparire come spettri lunghissime piante di miriophillum, di cui non vedo neppure la base nel buio dell’acqua e infatti con Oggioni del CNR mi confermerà che quest'anno a fine stagione ne ha trovate anche di metri 5.50 di lunghezza, perché forse proprio quest'anno si sono sviluppate ancora di più per cercare la luce nell'acqua sempre torbida dai moltissimi temporali.

Ogni tanto mi impiglio in un tronco o in un ramo e mi accorgo che per lo spavento mi raccolgo in posizione fetale, insicuro come sono di me, creatura terrestre, nell'acqua lattiginosa e fredda.

Però continuo a nuotare imperterrito e arrivo alla fine alla punta che precede il confine fra Germignaga e Luino.

Nell'ultimo tratto intanto è diventato interessante il panorama sott'acqua e è un peccato non avere in quel momento una buona visibilità.

Le ville e le case tornano a essere più antiche e più belle, forse perché siamo vicini ormai a Luino, antico borgo storico importante, la parete del lago scende a picco, con le case impressionantemente costruite sul bordo della caduta.

Se il lago si svuotasse credo che gli abitanti si spaventerebbero nel vedere su quale strapiombo il loro vecchi hanno costruito le case! Ancora un ultimo torrente che spande il suo tappeto di sabbia finissima e bianca sulla quale rotolano verso il fondo buio del lago ciotoloni di pietra.

Infine arrivo sotto a una villa molto bella, che assomiglia esteticamente alla storica villa Ada dello scultore Troubetzkoy di Ghiffa, fratellastro del bisnonno di Roberto Troubetzkoy, uno dei grandi protagonisti della Longalago e della VIACOLMARMO e, infine, dopo più di 2 h e mezza di nuoto, decido che è ora di fermarmi.

So che mancano ancora circa 500 o 600 m all'arrivo alla foce del fiume Tresa, al confine con Luino, ma per oggi credo di avere dato abbastanza.


Con un po' di fatica riesco a farmi notare dal canotto di assistenza sul quale stanno le nostre accompagnatrici, Silvia, il medico ufficiale, Daniela, la simpatica compagna del formidabile Diego e mia moglie Violante.

Mi sembrano più affaticate di me e scopro che hanno chiacchierato e riso per 2 h e mezza continuative e infatti mi sembrava di vedere una nube di condensa sopra al loro canotto, quando mi sinceravo della loro presenza rassicurante!

Salgo in canotto e, con un po' di vergogna, percorro in barca gli ultimi 300 m.

Anche Susy ha imbrogliato un po' le carte per colpa del freddo intenso e ha anche lei percorso un tratto in barca mentre Diego come sempre è già arriva vestito e pettinato, e Paolo invece, che era davanti a me solo poche centinaia di metri, arriva a nuoto anche lui fino in fondo alla tappa.

Quando ne esce scopriamo che é intirizzito; gli facciamo indossare ogni indumento caldo reperito nelle nostre borse ma per una mezz'ora buona trema ancora come una foglia mentre torniamo tutti insieme a Caldé in calo fondo. Lì trippa, salamelle, vino, maialino e i soliti complimenti che ci scambiamo sempre ad ogni tappa, e questa volta sono ancora più meritati del solito: freddo, onde, corrente, 7 km di lunghezza e niente sole, non ci hanno fermati!

Finisce così l'edizione LONGALAGO 2008.

Abbiamo percorso ad oggi 120 km a nuoto.

Nel 2009 ci aspetteranno ancora 4 lunghe tappe, da Locarno a tornare fino a Luino, per terminare la nostra passeggiata intorno al Lago Maggiore in terra italiana.
Sentiamo già la felicità e l'orgoglio che proveremo l'anno prossimo all'arrivo a Luino per avere portato a termine con grinta e determinazione innegabili un'avventura che avrà coinvolto moltissimi sportivi, ad oggi circa 50 nuotatori, i nostri amici, molte amministrazioni, i giornali e le televisioni.

Ma soprattutto forse saremo riusciti, sull'onda dell'interesse che avremmo suscitato nel pubblico, a parlare del nostro lago, della sua anima profonda, del rispetto che gli dobbiamo se vogliamo che viva in futuro per gli uomini e le donne che verranno dopo di noi.