LOGO DELL'ASSOCIAZIONE CULTURALE LONGALAGO

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Esordio sfortunato della ISOLANDO!

Domenica 13 luglio alle 8:30 di mattina ci siamo presentati in tre sulla piazza di Pallanza per verificare la fattibilità della traversata.
La notte era stata tremenda: pioggia scrosciante, vento forte, temporali con tuoni e lampi sul lago, freddo, il tutto a intervalli imprevedibili; ogni mezz’ora mi affacciavo alla finestra per scrutare senza successo possibili segni di miglioramento.
Nel momento esatto in cui siamo arrivati sul lungolago aveva smesso di piovere da mezz'ora, e un filo di sole pallido illuminava la sponda opposta di Baveno, incappucciata per tutta la lunghezza da un banco di nuvole bianche che nascondeva il Mottarone e tutte le montagne fino a penetrare nella valle del Toce.
Bastava poi girarsi verso nord per vedere un cielo nerissimo e spaventoso, con brandelli di nuvole basse che correvano verso sud, mentre al di là dell'Isolino si vedeva il lago ribollire di onde e creste create dal maggiore, il nostro vento che soffia dalla Svizzera.
Lontano verso Ispra si vedeva anche nettamente che stava piovendo da alcune nuvole scure ferme a mezz'altezza sopra il lago.
L'acqua all'altezza dell'Isola Madre era percorsa da refoli di aria per il momento non ancora sufficienti per sollevare onde.
Qualche spaccatura in mezzo al cielo sopra di noi, bianco di nuvole ovattate, lasciava sperare in un possibile miglioramento.
Ci siamo consultati anche con qualche vecchio barcaiolo presente sul posto, il quale, a parte la solita considerazione che un mese di luglio come questo non si è mai visto, ci confermava che l'unica cosa che tendeva ad escludere che era che potesse salire il mergozzo, il vento più pericoloso e che ci avrebbe ostacolato nella traversata, in quanto era invece assolutamente prevalente il vento da Nord, ma che questo rischiava di portare i temporali molto rapidamente ad estendersi sopra tutto il lago e in realtà il temporale era la cosa che tutti temevano al massimo: nuotare nell'acqua sotto i lampi è considerato, e penso a ragione, un rischio gravissimo in quanto la testa o le braccia che emergono durante il movimento possono attrarre facilmente la scarica di una folgore.
Alla fine non ce la siamo sentita di partire per la traversata, perché la persistenza per 2 ore di condizioni almeno decenti non era assolutamente probabile.

Eravamo abbacchiatissimi e l'unica cosa che ci siamo sentiti di fare, proprio per non tornare a casa senza neanche aver bagnato i piedi nell'acqua, è stata quella di decidere un simpatico giro a nuoto dell'isolino; e detto e fatto il Bani, il Diego e io ci siamo tuffati, accompagnati per qualche metro anche dai due esuberanti e simpaticissimi ragazzi di Bani, e abbiamo fatto il giro dell'isolino San Giovanni, un percorso assolutamente tranquillo, della lunghezza complessiva di circa 1 km e 400 e quindi una distanza di poco inferiore ad un terzo di quella che avremmo dovuto fare per arrivare da Pallanza a Baveno.
I nostri amici della polizia ci scortavano, anche se evidentemente in quel breve tragitto i rischi erano assolutamente minimali, perché in giro non c'era un solo motoscafo a vista d'occhio, viste le condizioni precarie del tempo, ma la loro presenza ci è sempre estremamente gradita.
Dopo la nuotata un rinfresco improvvisato in villa Rusconi-Clerici, con caffè, salame, vino, torte, patatine, ecc. perché non si sapeva bene se era una colazione ritardata o un aperitivo anticipato; complessivamente a questo punto eravamo poco meno di una ventina di persone fra mancati nuotatori e mancati accompagnatori e come sempre è stato simpatico trovarsi insieme, anche se in occasione di un'avventura andata buca.
Ci siamo lasciati cominciando a lanciare le prime ipotesi di data per la ripetizione di questa traversata che vogliamo fare a tutti i costi, riconfermandoci quanto sono divertenti e interessanti questi nostri spezzoni di divertimento sportivo e di amicizia.

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