LOGO DELL'ASSOCIAZIONE CULTURALE LONGALAGO

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LONGALAGO 2009 - Tappa 2 -

12 Luglio 2009: VIRA GAMBAROGNO - ZENNA - km.8,32



Ci aspetta una tappa molto lunga, che pensavo a priori fosse di 7 km e mezzo e invece, controllandola, si è rivelata ancora più lunga. Infatti quando io, solito buon ultimo, arrivo al confine avrò nuotato per tre ore e mezza filate e la distanza verificata è di Km 8,3!

Oggi con Diego e Paolo da Cannobio ci accompagna lo straordinario Paolo Chiarino che giovedì inizierà la sua incredibile avventura dell'attraversamento di tutto il Lago Maggiore per 60 km in continuo senza muta e senza pinne.

Questa tappa per lui è un allenamento e mentre nuotavo continuavo a pensare come lui riesca a continuare per un tempo e una distanza otto volte più lunga di questa tappa che è la più lunga di tutte quelle che abbiamo percorso.





Durante la giornata l'acqua in alcuni punti diventa fredda, talora è anche particolarmente opaca e rende difficili alcune osservazioni.

Comunque alla fine della giornata posso raccontare di aver visto molto pesce: quattro lucci di cui uno particolarmente grosso, due bisce d'acqua a caccia nei sassi del fondo, quattro grosse tinche vicino ai rami di un albero affondato, moltissimi cavedani anche enormi, diversi branchi di piotte bellissime, e poi ad un certo punto credo di avere intravisto sul fondo i corpi bianchi di alcuni pesci che io da piccolo chiamavo agoni e che non ho più visto da decenni.

La costa è abbastanza preservata con tratti anche selvaggi con alberi fino in acqua, nei quali talvolta si impiglia il palloncino creandomi un istintivo moto di spavento così come l'ombra che gli alberi proiettano sull'acqua crea di colpo un'atmosfera diversa e misteriosa.

Costeggio alcuni paesi tutti dotati del pontile dei battelli ma non vedo un solo battello in tutta la giornata, come anche le barche che numerosissime sono ancorate alle boe sono tutte ferme perché il sole è molto pallido e quindi si vede che la gente non ha nessuna voglia di andare per lago.




Che differenza con chi ama il lago come me e lo adora con ogni tempo, che faccia vento, che piova, che minacci temporale.

Tra l'altro lungo la costa incontro abbastanza frequentemente gruppettini di piante acquatiche di due o tre varietà diverse, particolarmente ceratophyllum e ad un certo punto dal fondo si innalza un'enorme esemplare di myriophyllum, alto probabilmente 6 m e alla ricerca della luce.

Oggi siamo scortati, oltre che da Antonio Minacci e Guido Wyss sulla barchetta della Canottieri Locarno, dalla barca della Squadra di Salvamento di Vira condotta dal signor Mueller.

L'arrivo di questa tappa che mi è sembrata non finire mai avviene già in territorio italiano, appena al di là del confine.

Stiamo tornando verso casa, siamo entusiasti perché l'obiettivo di finire tutta la nuotata intorno al lago ormai è a portata di mano e siamo orgogliosissimi di un’impresa che ci è costata una determinazione fortissima e anche un bel po' di lavoro di organizzazione.

Come stiamo raccontando a tutti è già cominciato il progetto PALMA (Piante Acquatiche del Lago Maggiore) che ripercorrerà nelle nostre intenzioni tutte le coste del lago con l'aiuto del volontariato degli sportivi e degli amanti del Lago Maggiore.

A settembre ci aspetta la penultima tappa molto lunga fino a Maccagno, che conterremo però in ca. 7 Km e poi l'ultima tappa conclusiva trionfale, molto più breve di Km 5.5, fino a Luino nella quale speriamo di coinvolgere quanti più nuotatori possibile per dare un segno di visibilità soprattutto per il progetto PALMA.



LONGALAGO 2009 - Tappa 1 -

11 Luglio 2009: LOCARNO - VIRA GAMBAROGNO - KM 7,71








La prima tappa del 2009 e la quart'ultima tappa di tutta la LONGALAGO.

Abbiamo avuto la felice sorpresa di avere sei nuotatori svizzeri che parteciperanno con noi a questa tappa; due di loro li conoscevamo già, gli altri sono nuovi e tutti ci dichiarano che cercheranno in tutti i modi di partecipare anche alle ultime tappe della passeggiata, per lo meno a quella di chiusura da Maccagno a Luino.

Ci troviamo puntuali alle nove di mattina a Locarno al porticciolo di Burbaglio al confine con Muralto e ci salutiamo scambiandoci le solite battute ironiche.

Io in particolare vengo affettuosamente redarguito da Patrizia la componente femminile Patrizia della Squadra di Salvamento di Tenero, comandata dall'efficiente Radaelli, perché faccio vistosamente fatica a rientrare nella mia funzionale muta da triatleta.

Siamo in 10, un bel numero e capisco in un attimo dalla struttura fisica anche dei nuovi arrivati che io sono l'unico definibile dilettante in un gruppo di nuotatori decisamente aggressivi e forti.


Il gruppetto degli italiani può vantare il solito Diego Novella, sempre più emozionato come me del fatto che insieme stiamo per finire la passeggiata intorno al lago avendone percorso ogni tappa dalla prima all'ultima; Diego è allenatissimo; ha fatto anche la traversata del Lago d'Orta di 13 km, senza battere ciglio e scalpita dalla voglia di tuffarsi.


La deliziosa Susy Musso ci fa credere di avere tanto freddo e di avere male alle spalle, poi in realtà appena si tuffa diventa per me imprendibile esattamente come gli atleti maschi, solo che in più è anche graziosa ed elegante.

Paolo da Cannobio è vistosamente più in forma dell'anno scorso, è dimagrito e ha continuato a fare traversate e allenamenti e infatti, mentre l'anno scorso nuotava a una velocità un poco superiore alla mia, quest'anno dopo cinque minuti dalla partenza è già talmente avanti che lo perdo di vista.

Partiamo tranquillamente e come al solito io mi porto sotto costa per la mia esplorazione di piante e pesci; l'acqua non è limpida perché l'innalzamento della temperatura che è intorno ai 22° ha fatto nascere molti microrganismi.

La costa è bassa, piantumata con vecchi salici in una spiaggia di sabbia e ciottoli e sprofonda lentamente verso il largo.

Già a Muralto vedo qualche persico e credo di intravedere sul fondo fascine posate dai pescatori, pochissime piante acquatiche rappresentate quasi unicamente da molte belle colonie di vallisneria.

Molti branchi di gardon, qualche frotta di coregoni e poco altro.

Arrivo al porto galleggiante di Tenero e lì vedo infiniti avannotti intorno ai grandi cassoni, sotto i quali ad un certo punto vedo con emozione sbucare per allontanarsi da me un luccio già importante, di almeno cinque chili.

Poi comincio a costeggiare la lunghissima tratta delle spiagge del delta del Ticino e della Verzasca continuamente interrotte da file di palloncini che delimitano le zone di balneazione protette e nella prima appoggiato sul fondo verdeggiante di muschio impalpabile mi guarda con sfida un altro bel luccio un po' più piccolo.

Continuo a nuotare in mezzo ai bambini e ai pontoni galleggianti suscitando evidentemente grande curiosità fra i bagnanti impigriti al sole, fino ad arrivare alla foce della Verzasca, molto bella e perfettamente integra.

Da quel momento la costa diventa selvaggia, siamo davanti alle Polle di Magadino e il fondo ormai è diventato tutto di sabbia con banchi quasi affioranti e profonde buche che si alternano creando un percorso pieno di sorprese.

Talvolta vedo gruppi di piante acquatiche molto basse rossicce, probabilmente najas marina, che colonizzano la sabbia nella quale si aggirano i soliti molluschi bivalvi enormi.

Ad un certo punto, quasi di fronte alla foce del Ticino si materializzano davanti a me nell'acqua che è tornata limpidissima un cavedano molto grosso e davanti a lui un pesce gigantesco, un luccioperca di almeno 15 chili, certamente il pesce più grande che io ho mai visto in acqua dolce.
Il giorno dopo scoprirò con grande sorpresa che un luccioperca ha aggredito 3 bagnanti ed è stato catturato dalla polizia. Però non è quello che ho visto io che era grande almeno il doppio!
(per ved. articolo: http://www.tio.ch/aa_pagine_comuni/articolo_interna.asp?idarticolo=474314&idsezione=1&idsito=1&idtipo=3
http://www.tio.ch/aa_pagine_comuni/articolo_interna.asp?idarticolo=474284&idsezione=1&idsito=1&idtipo=3)

In quel punto l'acqua si fa gelida e mi allontano verso il largo perché l'acqua fredda scende subito sotto gli strati della superficiale più calda e quindi si riesce a nuotare di nuovo bene.

Dalla foce del Ticino si vede già il campanile di Vira Gambarogno in lontananza e da quel momento comincia il momento più duro della tappa quando uno è già stanco e non vede l'ora di arrivare ma l'obiettivo si avvicina sempre più piano a mano a mano che l'energia viene a mancare.

In tutta la tappa come in quella di domani vengo accompagnato dall'amico Antonio Minacci segretario della Canottieri di Locarno che è venuto vogando con me nel 2007 dal lago fino a Milano, mentre all'arrivo mi aspetta Guido Wyss che pure era venuto con noi dopo essere andato a remi l'anno prima da Locarno fino a Venezia.

È un po' che non ci vediamo, lui ha dovuto superare momenti difficilissimi e sono molto contento di poterlo abbracciare in modo da cominciare a fare nuovi programmi di voga, fra i quali primeggia il progetto di andare da Torino a Milano in barca a remi nel 2010!

A domani