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La Tappa 2 - 28 Giugno 2008: ISPRA - AROLO km. 6,90

Ci aspetta un'altra tappa di 7 km di lunghezza. E’ una distanza ancora maggiore di quella della settimana scorsa, ma non c'è motivo di preoccuparsi perché sei giorni prima, anche senza allenamento, eravamo riusciti a superare brillantemente quel primo esperimento di tappe lunghe.
Partiamo come al solito alle otto di mattina con il canotto da Pallanza, però abbiamo la sorpresa che, contrariamente a tutte le previsioni del tempo che avevamo controllato fino alla sera, ci attende una mattina dalle luci incredibili, dai colori lividi in una mancanza innaturale di aria e di luce.
Il lago è verde, ma assolutamente piatto, usciamo dal Golfo di Pallanza e vediamo lo spettacolo incredibile di una nuvola nerissima concentrata sopra il lago, dalla quale si vede scendere verticalmente la pioggia.
Ho anche fotografato quello strano fenomeno che non avevo mai visto, era come se a qualche centinaio di metri sopra al lago ci fosse un soffione di una doccia che buttava giù acqua e si vedeva in maniera nettissima la colonna d'acqua che scendeva, mentre dietro riprendeva di nuovo il sole.

Ho tentato di evitare la doccia portandomi a ridosso della costa di Laveno ma non sono riuscito assolutamente a sottrarmi all'infelice lavata per cui, cercando di ripararci in qualche modo sotto il telone di prua del canotto siamo andati avanti stoicamente verso la nostra meta, tremando di freddo perché non avevamo con noi neanche una giacca a vento o qualche cosa con cui proteggerci.
Per fortuna improvviso come era cominciato lo scroscio termina e arriviamo a Ispra puntualissimi per incontrarci con i nostri amici.
Siamo in otto nuotatori, ci vestiamo sulla spiaggetta attrezzata del circolo velico, molto graziosa, e affrontiamo la nostra tappa di oggi.
Il primo pezzo del percorso è interessante perché subito dopo il paese inizia la punta rocciosa del promontorio del Monte dei Nassi, di roccia bianca e calcarea, che presenta un fondale molto simile a quello di una scogliera di mare.
Fuori dall'acqua vediamo i vecchi edifici delle fornaci, che un tempo erano molto frequenti intorno al largo, perché il trasporto dei materiali da costruzione, come anche la calce, era molto meno costoso per via di acqua.
Non incontro però pesci, se non un grosso cavedano e i soliti avannotti, che mi danno la sensazione di essere già cresciuti rispetto alla settimana scorsa, e ciò è assolutamente possibile perché la loro crescita nelle prime settimane di vita è rapidissima.
Come al solito io nuoto rasentando il filo della costa, mentre la squadra di nuotatori veloci si allontana percorrendo una rotta diritta e tagliando tutte le baie lungo un ideale rettilineo.
La sensazione all'inizio è che io sia avvantaggiato da una corrente favorevole lungo la sponda verso Nord e infatti quando ci confrontiamo all'arrivo Diego mi conferma di avere avuto contro una corrente non indifferente, la quale per compensazione ha generato un flusso opposto verso riva.
La totale mancanza di pesci mi fa nuotare distrattamente e così il tempo passa senza che quasi me ne accorga e arrivo rapidamente a doppiare la punta del promontorio, da lì in fondo in fondo in fondo, molto lontano, vedo le barche a vela di Monvalle: sono ancora almeno a 3 kilometri ma quando si è in ballo si deve ballare!
Così giro la punta e comincio ad affrontare la lunghissima baia; l'acqua diventa subito più torbida, il fondo non si vede ma si capisce che sta rapidamente salendo e che è tutto di sabbia.
Ad un certo punto mi spavento perché dall'acqua torbida vedo emergere verso di me delle forme che non riesco a riconoscere subito, in realtà sono dei ciuffi probabilmente lunghissimi di miriophillum che sembrano quasi venirmi contro dal nulla, molto numerosi e distribuiti su gran parte della baia.

Mi immagino che siano lunghi anche 4 m e, dato che arrivano abbastanza vicino alla superficie penso che quando il lago è mezzo metro più basso di oggi, ovvero al livello medio normale, queste piante arrivino fino in superficie, a meno che si siano allungate molto di più del solito quest'anno per cercare la luce del sole.
La costa del lago è completamente integra, con lunghissimi canneti che si protendono nell'acqua, e, come ho già notato l'anno scorso, le canne crescono disinvoltamente sia nel fondo di sabbia finissima che nel fondo sassoso di ciottoli compatti, il che significa che i loro rizomi hanno una significativa capacità di penetrazione nel terreno.
Continuo a non vedere pesci, anche se l'acqua è talmente torbida che potrebbero passarmi vicinissimo senza che io li riconosca assolutamente e continuo a nuotare verso nord; passo la foce di diversi torrenti che si gettano nel lago, percependo nettamente che le loro acque sono decisamente più fredde di quella del lago, e vedo avvicinarsi le barche ancorate dove termina la baia.
Finalmente vedo le prime case e capisco che sono arrivato vicino all'arrivo perché mi ricordo che dovevamo sbarcare molto vicino al piccolo promontorio roccioso che vedo avvicinarsi abbastanza rapidamente (forse l'avverbio non è dei più appropriati!).
Passo vicino al ristorante di Sasso Moro, sfilo di fianco al molo in blocchi di granito del porticciolo, sperando almeno lì di incontrare qualche bel pesce e finalmente sono arrivato ad Arolo: i miei amici nuotatori veloci come al solito sono già pettinati, eleganti, rilassati ecc. come se fossero appena arrivati e scesi dalla macchina.
Mi aspetta il gentilissimo presidente della pro loco del comune di Leggiuno, Sig. Cerutti, che ci omaggia di uno stampato con delle belle fotografie d'epoca del monastero di Santa Caterina del Sasso e soprattutto mi conferma di avere avvertito il titolare del baretto lungolago di prepararci qualche cosa da mangiare.
Qui forse comincia la parte meno sportiva ma più gradita della tappa: dalla cucina del baretto spuntano dei bellissimi vassoi di portata a base di farro, couscous, conditi con pomodoro olive prezzemolo, insalata, vino, birra, ecc.
Intanto è venuto un sole bellissimo e così la nostra bella tavolata di quasi 20 amici si anima delle solite chiacchiere di quando si è contenti e finalmente si sente che l'estate è arrivata; la pioggia gelida di questa mattina è ormai un ricordo e ci lasciamo dandoci appuntamento nello stesso posto per domani mattina.

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