LOGO DELL'ASSOCIAZIONE CULTURALE LONGALAGO

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Tappa 4 - 20 Settembre 2008: LAVENO - CALDE' km. 6,3

Finalmente dopo tanti weekend di tempo orribile le previsioni meteorologiche ci confortano con una indicazione di sole per sabato e di coperto senza pioggia domenica.

La temperatura però continua a scendere e infatti Laveno al nostro raduno al pontone il termometro della barca a vela di Marco Bruno indica solo 16°!

Ci contiamo e siamo però in 9 malgrado il freddo, anzi in 10 perché con un buon ritardo arriva Paolo da Melegnano, trasformato subito in “Paolo da Cannobio” che suona meglio per il Lago Maggiore ed è più facile da ricordare!

In un colpo solo ci troviamo 3 new entries e Lazzati che era venuto solo ad una tappa, quella eroica da Cannero a Cannobio nel 2006.

Ci prepariamo sul pontone davanti al municipio; un po' di passanti occhieggiano quasi imbarazzati e ci tuffiamo nell'acqua fredda piena di legname galleggiante.

La nuotata si svolge come da copione: in testa il trenino di quelli che nuotano veloci, in fondo sempre Troubetzkoy e io, qualcuno al centro.

Ci accompagna gentilmente anche un canotto della Protezione Civile di Castelveccana e così con tre barche di appoggio riusciamo a controllare ragionevolmente bene la situazione.

Il percorso è magnifico, anche se sfortunatamente l'acqua opaca non ci consente molta visibilità, la parete della costa è quasi sempre verticale, con la roccia butterata dal lavorio dell’acqua, e gli alberi abbarbicati fino ad immergere i rami nelle onde.

Pochissimi pesci visibili, sostanzialmente solo grandi cavedani, forse perché l'acqua si è già raffreddata e si stanno già rintanando verso profondità maggiori o chissà perché.

Ogni tanto quando qualche terrazzamento lo consente compaiono spettrali nell'acqua torbida colonie di esemplari lunghissimi di miriophillum; di fatto è l'unica varietà di piante acquatiche che riusciamo a recitare recensire in tutta la giornata, con un addensamento di grande effetto all'inizio della baia di Caldè.

Alcune delle ville che costeggiano sono molto belle, ben inserite nella costa rocciosa, con muri in pietra e darsene celate negli anfratti, altre invece dispiacciono per la loro invasiva sguaiatezza.

Sul lago non c'è neanche una barca e solo dopo mezzogiorno al levarsi della tramontana da sud e al rafforzarsi del sole appariranno le prime barche a vela.

Così nuotiamo tranquilli, ostacolati solo ogni tanto dai tronchi e dai rami contro i quali andiamo a sbattere con le mani o la faccia. È una tappa molto lunga ma regolare e che costeggia forse il percorso più bello di quelli incontrati fino ad adesso: il faraglione chiamato San Gallett non sfigurerebbe neppure a Capri, mentre il paesino di Caldè che ci accoglie è bellissimo nella sua tranquilla semplicità.



Lì ci aspetta la Pro Loco, la graziosa signora Barani ha preparato personalmente una focaccia deliziosa e ci viene promessa anche la trippa per il giorno dopo: cosa si può volere di più?

Ci lasciamo infine contenti della nostra prodezza e torniamo chi in città in automobile, chi in barca all'altra sponda del lago, tutti soddisfatti di questa curiosa passeggiata che continua intorno al lago.

Domani sarà l'ultima tappa della Longalago per il 2009 e dopo ci resteranno solamente quattro tappe per completare il giro del lago intero: chi l'avrebbe mai detto allora che ce l'avremmo fatta?


Cari amici, alla prossima tappa.


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