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La Tappa 5 - 7 Luglio 2007: MEINA-ARONA-ANGERA-LISANZA km. 6,20

La tappa di sabato 7 luglio è una tappa un po’ particolare, con l’arrivo intermedio ad Arona e la traversata con il battello pubblico che ci obbliga ad una puntualità cui non siamo abituati.
L’appuntamento per la partenza è alla spiaggia di Meina dove ci ritroviamo tutti contenti anche perché visibilmente le ultime due tappe ci riserveranno di nuovo sole e niente vento.
Ci prepariamo e partiamo; siamo in 9 e ormai la scelta di alcuni di nuotare senza muta comincia ad essere più ragionevole visto che il tempo e la temperatura sono sempre più estivi, anzi nelle ore che passiamo al sole prima e dopo la nuotata ci stiamo scottando senza neanche accorgerci; in particolare chi nuota senza cappuccio ha tutta la fronte bruciata dal sole.

In questa tappa l’assistenza è costituita da un gommone della Croce Rossa Italiana, dall’aspetto molto professionale, che ci prende in carico da Meina fino ad Arona, e da tre natanti che sono poi quelli con i quali siamo arrivati dall’alto Lago fino al luogo di partenza.
Durante la settimana passata mi sono preoccupato di scrivere al sindaco di Meina segnalandogli lo scarico fognario in funzione in centro al paese e chiedendogli di ragguagliarmi sui provvedimenti che prenderà per risolvere il problema, probabilmente dovuto a scarichi abusivi inseritisi in qualche manufatto destinato alla sola acqua piovana; vediamo se mi risponde o se mi considererà un petulante rompiscatole!
Da Meina il tratto di costa fino ad Arona è abbastanza poco significativo, con fondale di ciottoli che scende lentamente verso il largo; alcuni tratti di canneto a riva e una buona quantità di piante acquatiche a formare corona danno l’idea di una situazione decorosa dal punto di vista della qualità dell’acqua e del fondo.
Incontro pochi pesci, qualche volta qualche nuvola d’avannotti ci intralcia la vista e diversi cavedani ci tagliano la strada pinneggiando nervosamente pensando chissà che cosa di noi, perché sono sempre stato convinto sin da piccolo che il cavedano è il pesce più intelligente del lago, con un’attenzione incredibile a tutto quello che gli succede intorno, al punto che con la canna in tutta la mia vita sono riuscito a prenderne pochissimi: solo quando cinquant’anni fa alle 3 del pomeriggio si svuotava il secchio dei rifiuti di cucina in lago!
A raccontarlo oggi sembra preistoria ma un tempo nei rifiuti domestici non c’era la plastica, praticamente non c’erano imballaggi e tutti i rifiuti erano perfettamente biodegradabili, a meno che non li divorassero immediatamente i giganteschi cavedani che tutti i giorni si davano appuntamento a quell’ora per quella festa straordinaria.
Astutamente, ma stando perfettamente invisibile dai cavedani, buttavo in mezzo ai rifiuti anche qualche pezzo di formaggio con l’amo e così qualche volta mi è riuscito di agganciarne uno.
Nelle lunghissime ore in cui ho nuotato in questo lungo viaggio, da Locarno fino a Sesto Calende alla fine del lago sono riaffiorati tantissimi altri ricordi della mia vita da bambino in riva all’acqua, di quando non c’era ancora quella grande diffidenza che dopo gli anni bui dell’inquinamento massiccio degli anni 60 ha allontanato la gente dal lago al punto che conosco tanti che in tutta la loro vita non hanno mai fatto un bagno in lago!
Ma è un discorso lungo ed è anche uno dei motivi per cui abbiamo cominciato la nostra passeggiata.
Tornando alla nostra tappa, ci avviciniamo abbastanza velocemente ad Arona, vicino alla Rocca il lago sprofonda più velocemente e vedo sott’acqua quelli che penso essere i resti delle palafitte che sorreggevano i muraglioni del vecchio importantissimo sistema portuale raffigurato in molte stampe antiche.

All’arrivo i miei amici mi riferiscono d’aver incontrato però un forte odore di fognatura, che certamente è indice di condizioni di funzionamento non perfette; io non lo percepisco perché avendo una maschera completa e non gli occhialini ho il naso coperto.
Sbarchiamo poco prima dell’imbarcadero, dove ci attende un gentile rinfresco predisposto dall’efficientissimo Moro presidente della Pro Loco e ci rechiamo tutti insieme a vedere due esemplari della nuova Fiat 500, che effettivamente è molto bella e certamente avrà il successo che i mass media le stanno decretando.

Tutti bagnati non ce la sentiamo di sederci al posto di guida e veniamo intervistati in diretta da un cronista di RADIO DEEJAY con il quale scambiamo rapidamente qualche battuta spiritosa beneaugurante per la nuova macchinetta, perché il tempo stringe e tutti noi nuotatori fra la sorpresa degli altri viaggiatori saltiamo in muta e costume da bagno sul battello pubblico che ci porta ad Angera.
Lì arrivati, ci rituffiamo tutti insieme da una bellissima costa erbosa costeggiando il primo tratto di Lombardia, interamente orlato da canneti e salici.
Il fondale è perfettamente uniforme con sabbia finissima nella quale tracciano i loro solchi grandi molluschi bivalvi simili a cozze, con i quali pochi anni fa qualcuno ancora cucinava zuppettine e brodetti!
Ogni tanto sott’acqua incontro grandi mucchi tondeggianti di sassoni rotondi con pareti verticali, perfettamente omogenei per composizione, al punto da far pensare a costruzioni artificiali, ma non riesco proprio a spiegarmi a cosa potrebbero essere servite queste opere ad un metro di profondità, inaccessibili da riva.
Comunque fanno una sensazione strana perché in chilometri di costa sabbiosa non mi ricordo d’aver visto un solo sassone isolato e qui sono invece tutti raggruppati in questa specie di nuraghi subacquei bassi, come se qualcuno li avesse sistematicamente raccolti come si faceva tradizionalmente nelle campagne aride e sassose.
Incontriamo ogni tanto grandi banchi d’avannotti rigorosamente divisi per livelli di profondità, con quelli piccolissimi a galla e man a mano scendendo le taglie più grossine; mi immagino che intorno a tutto questo ben di dio di cibo pulluli anche di grossi predatori e sospinto dalla fantasia ho qualche volta la sensazione di vedere a fondo muoversi qualche sagoma grossa, però resto deluso nelle mie aspettative d’incontrare giganteschi lucci appostati sulla sabbia o enormi luccioperca celati in mezzo alle canne.
Non vedo nessuna biscia d’acqua ma è magnifico lo stesso perché l’acqua è pulita, il sole è bellissimo, il lago è piatto e la costa è tutta verdeggiante.
Scegliamo un punto a caso per arrivare a terra e tutti contenti scopriamo d’aver nuotato ben oltre il punto che c’eravamo prefissati di raggiungere: meglio così, domani è l’ultima tappa e possiamo prendercela con comodo partendo tardi e nuotando piano, se riusciamo a trattenere il nostro entusiasmo e la nostra competitività.

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